La chirurgia plastica sostiene che un paziente prima che si abitui al suo nuovo cambiamento, ci vogliono ventuno giorni.
Ecco i nostri ventuno giorni sono passati, è tempo di ripartire.
Si sono aperti nuovi scenari ed altri ancora si apriranno.
Le reazioni sono molteplici.
Accelerare e spingere il nostro prodotto senza un'analisi logica, ma utilizzando azioni impulsive generate dal panico, pensando che i vostri concorrenti stiano facendo di più.
Altra reazione comune è il congelarsi, bloccando ogni azione eseguita fino a quel momento e stare alla finestra a vedere quello che accadrà rimandando le decisioni.
Continuare a seguire la stessa linea di comunicazione, facendo finta che non sia accaduto niente e che presto tornerà tutto come prima.
Agire a breve termine, con impulsività non porta a niente, dobbiamo pensare a medio termine, riprogrammare il nostro processo lavorativo.
Comunicare il messaggio che non sia successo niente, farà percepire il vostro brand come artificioso e distante, incapace di adattarsi al contesto di cambiamento.
Informare i tuoi clienti, fornitori, partner sulla tua operatività sulla tua reperibilità, e nel comunicare cambi di orari e di contatti.
Verificare se le vostre campagne attive siano in linea con il contesto, valutando la possibilità di sospenderle.
Analizzare attentamente il piano editoriale, passare al vaglio tutti i contenuti assicurandosi che non ci siano messaggi, che in questo scenario, possano risultare fuori luogo offendendo la sensibilità di qualcuno, oppure che promuovano prodotti che al momento l'azienda non è in grado di offrire.
Fornire piccole soluzioni o messaggi positivi, capire quale apporto potrebbe fornire l'azienda verso la comunità in questo momento.
Trasmettere tranquillità e lucidità, assicurarsi che il tono di voce sia in linea con la tua azienda e con il momento, senza scadere nell'eccessivo o nel troppo ironico.
Assicurarsi che all'interno dell'azienda tutti siano in linea sulla comunicazione.